Diario
3 giugno 2008
L'eredità Prodi TPS
7 giugno 2005: l’UE apre il procedimento d’infrazione per deficit eccessivo a carico dell’Italia.
Poco prima il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si era detto «non preoccupato» per la decisione della Commissione Ue. Si tratta soltanto del primo passo. Successivamente sarà il vertice dei ministri economici a decidere le sanzioni da applicare.
3 giugno 2008: il Consiglio dei ministri economici UE, Ecofin, abroga il procedimento d’infrazione per deficit eccessivo aperto a carico dell’Italia il 7 giugno 2005.
Secondo le stime dell'Ocse inoltre i conti pubblici italiani potrebbero “deteriorarsi” nel 2008, come effetto del rallentamento della crescita e delle misure di aumento del deficit, compreso il taglio dell'Ici e dell'Irap. L'Organizzazione prevede per quest'anno un deficit al 2,5% e per il 2009 al 2,7% [era all'1,9% nel 2007]. Secondo l'Ocse “ci si potrebbe pentire” dei tagli alla pressione fiscale “se i recenti miglioramenti nella riscossione e il conseguente allargamento della base fiscale non saranno sostenuti”.
In mezzo il vituperato governo dell’economia, targato Prodi|Padoa Schioppa. Prima e dopo il tandem Berlusconi|Tremonti. Link map: infrazione|berlusconi II|tgcom mediaset|ocse outlook|il mezzo|tps
24 gennaio 2008
Cronache italiane
Il Senato boccia Prodi, si apre la crisi
Il governo cade con 161 no e 156 sì.
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24 gennaio 2008
L’UDEUR si spacca
La scissione dell'atomo
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15:29 Mastella: chi non vota con me è fuori da Udeur
"Cusumano? Chi vota come noi, come me e Barbato, è nel partito [n. 2 voti, ndr]. Chi vota contro, è fuori dal partito. E' evidente" dice Clemente Mastella. L'ex guardasigilli risponde così quando gli chiedono di commentare un eventuale sostegno da parte del suo senatore Nuccio Cusumano [n. 1 voto, ndr] all'esecutivo.
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6 dicembre 2007
A Valmy, a Valmy

[ E lo straccione di Valmy salvò l'odiato Prodi, click ]
15 novembre 2007
Senza voto di fiducia, non accadeva dal 2002
IL SENATO APPROVA LA FINANZIARIA CON 161 SI' E 157 NO

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20:46 716 votazioni, la maggioranza solo due volte "sotto"
La portavoce dell'Ulivo Anna Finocchiaro ritrova un po' di serenità in viso e azzarda un bilancio a poche ore dal voto finale. "E' stata una finanziaria molto seria approvata da una maggioranza seria e coesa che ha superato, senza la fiducia [cosa che non accadeva dal 2002] 716 voti tra emendamenti e articoli. Le uniche incertezze ci sono state su due emendamenti e mai sul testo proposto dal governo. Altro che maggioranza traballante...". Adesso, aggiunge, "cambia lo scenario nella politica italiana".
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| inviato da Ethos il 15/11/2007 alle 22:37 | |
26 ottobre 2007
Il mio PD, in 4 minuti e 45"
“E bomba o non bomba, noi arriveremo a Roma, malgrado voi ”.
Era il 1978: Antonello Venditti rinasceva sotto il segno dei pesci mentre Aldo Moro moriva per mano brigatista e mandanti tuttora ignoti.
Non è un tributo postumo, ma una citazione che sembra calzante per questo tempo. Ed è il tempo la variabile principale di questo scorcio di legislatura. Ce n’è? Non ce n’è? Per accreditare un “partito” e “nuovo” nello scenario della politica italiana. E cosa deve interpretare un partito per essere realmente “nuovo”?
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 Esiste una questione settentrionale, forse sganciata da una questione “meridionale”? Bisogna rassegnarsi ad una forte intermediazione clientelare nella gestione dei territori meridionali o si può far breccia, per liberare un po’ di società dinamica dalla morsa statica della presa localistica?
Perché il tema centrale, a nord come a sud, è precisamente questo: come restituire mobilità sociale ad una comunità che sembra girare a vuoto nella palude delle proprie rigidità. Propiziando il più micidiale tra i danni collettivi, strutturali, a se stesso: un enorme, inspiegabile ed imperdonabile spreco di risorse umane. Che investe soprattutto le generazioni precarie, ma che incide sugli umori, le attese, la natalità, il buon vivere di una società che tende all’invecchiamento, sclerotizzata nei propri meccanismi equilibratori.
Scarsi ed unilaterali ammortizzatori sociali, nessuna vera politica per la famiglia, mobilità sociale solo discendente, desertificazione delle relazioni personali, eccesso di delega alla politica ed alle policy pubbliche indotta da egoismi insopprimibili o da carenze della risposta pubblica in ampi settori della sicurezza sociale. Sono i nodi che un “partito” e “nuovo” deve affrontare e regimentare dentro soluzioni di breve e medio periodo.
C'è la cultura per affrontare queste emergenze non ripetendo plot ormai inservibili?
C'è un ponte verso le nuove generazioni, quelle sempre on line, cui proporre suggestioni meno episodiche e rituali di quanto accade di norma? Una riverniciata in web 2.0 su argomenti e proposte da ventesimo secolo.
Io penso che questo spazio culturale sia la sfida più insidiosa che il PD ha di fronte a sé. Ben più del berlusconismo declinante. Ben più del dominio televisivo da offerta generalista. Perchè è precisamente qui che si colloca la vocazione maggioritaria di un “partito” e “nuovo”.
E per andare oltre la semplice evocazione di nodi chiari a molti, ma non a tutti, e di meno ai senatori ottuagenari che masticano pane e politica da quando portavano i calzoni corti, proverò ad indicare alcuni strumenti necessari ad incidere sulle policy.
Il verbo della modernità liquida è to share, condividere. Il costo di investimenti per la rivalutazione del potere d'acquisto dei redditi da lavoro dipendente, precario ed autonomo borderline il livello di povertà percepita, secondo classificazione istat, deve mobilitare la ricchezza privata e la conoscenza diffusa anche in funzione delle politiche pubbliche. Ma per fare questo occorre cambiare paradigma, costruire strumenti giuridici e politiche più aperte e flessibili, impiantare la cultura della valutazione preliminare ed ex-post, liberare il capitale privato da condizionamenti territoriali mafiosi, paramafiosi o concussorii. A partire dalla cultura della classe dirigente locale, politica e burocratica.
Un partito aperto al contributo delle nuovissime generazioni va costruito come un social network. La cui parola chiave è degerarchizzazione. Quanti si immaginano i satrapi del consenso locale convivere con, o tollerare un partito degerarchizzato e realmente aperto? Non è questa la sede per prospettare soluzioni, che in qualche caso si possono perfino delineare. Certamente lo è per evocare domande. Ma è in ogni caso proprio questa la sfida che può dare sostanza alla vocazione maggioritaria di un Partito Democratico di massa, stabilmente piantato nel sentiment del XXI secolo.
Speechwriter [Roma, 25 X 2007]
20 ottobre 2007
Ribaldoni reloaded: il Ricollocatore
«Non faccio nessun shopping di senatori. Non c’è nessuna compravendita. Io - ha dichiarato il Cavaliere - quello che posso fare è offrire un collocazione politica e dare garanzie certe agli esclusi del Pd. Collocazione significa anche dare un posto a chi non ce l’ha come ho fatto con il segretario della nuova Dc, Rotondi».
In fondo è semplice decifrare BIP®™ :

basta capovolgere il senso delle parole comunicate in pubblico, per comprendere i suoi obiettivi privati.
Esattamente undici mesi fa:
«Allora, presidente, ci siamo. Prodi e i suoi hanno le ore contate. A quando la spallata finale?». La risposta di Silvio Berlusconi alla ristretta cerchia di amici che lo stanno interrogando non è quella che gli ospiti sperano: «Il governo non cadrà, non ora, e neppure domani».
Perché l'uomo che ha trascinato mezza Italia verso traguardi lontani e apparentemente irraggiungibili boccia oggi senza appello le speranze di chi vede una meta vicina? Pessimismo, rassegnazione? Niente di tutto questo, assicura l'ex premier. «Ragazzi, la questione è semplice: manca il killer. Proprio non c'è».
Il Gesù di Arcore [no comment, ndr]
È sera, Berlusconi è rilassato e ha voglia di raccontare. Prima la buona notizia: «Oggi è un grande giorno. Mamma mi ha fatto prendere un grosso spavento. Sapete, a 95 anni ogni tanto la salute fa brutti scherzi ma ora è tutto a posto, da qualche ora è di nuovo a casa e va molto meglio». Poi l'aggiornamento sullo stato del suo menisco: «Fastidioso ma come dire, non è il caso di metterla giù dura». Quindi l'annuncio: «Ho finito di scrivere il libro con le mie memorie. Una faticaccia durata tutta l'estate, altro che le balle sulle mie notti in discoteca. Ho consegnato le bozze in Mondadori. Titolo provvisorio: "Il calvario della libertà". E occhio al singolare, perché la libertà è una sola [un bidone, un raggiro, una truffa, ndr]: o c'è sempre e su tutto o non è».
Già, il calvario del Gesù di Arcore [«Avete visto che un sondaggio del Corriere dice che sono al primo posto tra gli eroi in vita e al secondo in assoluto dietro solo a Papa Wojtyla? »] ma aspettando la resurrezione è la storia del killer che diventa il tema della serata. «Ho studiato e ristudiato la pratica e sono giunto alla conclusione che per ora dobbiamo metterci il cuore in pace. È vero che tutta la sinistra vorrebbe disfarsi di questo signore che si sta occupando solo della sua rete di potere personale, ma per farlo occorre trovare qualcuno disposto a sferrare il colpo mortale. E su questo non c'è il minimo accordo».
Un nome a caso: D'Alema? «No, non si fida, ha contro Fassino e Veltroni». Rutelli? «Impossibile, i ds si alleerebbero e farebbero fuori anche lui». I comunisti? «E quando mai, non tornerebbero mai più al governo. E poi...». E poi? «Son troppo sotto nei sondaggi per rischiare nuove elezioni». Già, sotto, ma di quanto? «Il dato più attendibile è questo: Casa delle libertà 56 per cento, centrosinistra 44».
Una sola avvertenza: non chiamate questa pratica parlamentare ribaltone o ribaltina, è qualcosa di più vigoroso. È una lotta per la libertà e serve a debellare un esecutivo ed una maggioranza che non hanno titolo a sedere sui banchi del governo. L’apoteosi ed il canto del caimano [il cigno non si addice al soggetto, nemmeno in punta di metafora].
18 ottobre 2007
Chi odia chi?
Il Giornale, la lettera con le minacce a Prodi, l'ha ricevuta ieri e ne dà notizia in calce all'articolo sui proiettili recapitati ai due giudici. Due righe due, scritte a chiusura di un lungo pezzo riservato alle intimindazioni indirizzate "ai magistrati che indagano su Prodi e Ds".
"Esiste una classifica di pallottole o minacce più periclose di altre?", si domanda il portavoce del presidente del Consiglio. E polemizza con la direzione della più diffusa free press italiana: "Il Giornale pensa che un bossolo parzialmente caricato, con frasi del genere come accompagnamento, sia una non notizia, mentre contemporaneamente "spara" a tutta pagina altri bossoli? Le scelte giornalistiche [ ? ] vanno rispettate. Ma anche le persone".
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 «Dimettiti, è l'ultimo avvertimento»
3 ottobre 2007
Se ne devono andare! Ovvio: stanno facendo bene.
Il deficit dal 2,8
all'1,9%
«Una manovra molto diversa da quella passata - spiega il ministro dell'Economia - Per la prima volta da molto tempo abbiamo una riduzione del disavanzo senza dover effettuare una manovra correttiva e disponiamo anche di risorse aggiuntive per iniziare a ridurre le imposte, partendo come giusto da quelle gravanti sulle categorie più deboli; per garantire gli investimenti in infrastrutture per lo sviluppo nei prossimi anni; per attuare in toto il protocollo di intesa su welfare; per onorare gli impegni internazionali di aiuto allo sviluppo».
Padoa-Schioppa attacca le scelte della passata legislatura: «Si aprì con promesse mirabolanti, ma si concluse con la scomparsa dell'avanzo primario, la risalita del debito, l'incoraggiamento aperto all'evasione fiscale, il sacrificio degli investimenti in infrastrutture a favore della spesa corrente, l'ingresso in una rischiosa procedura d'infrazione delle regole europee».
Padoa-Schioppa ci tiene a precisare poi che «la pressione fiscale è alta in Italia, anche se non più alta di quella di Paesi a noi vicini. Ma sono del tutto fuorvianti le campagne di propaganda e disinformazione che tendono a presentare il recupero dell'evasione come un aumento delle imposte. No: semplicemente, paga il dovuto chi prima non pagava», dice il ministro.
Tommaso Padoa-Schioppa è il nuovo presidente del Comitato finanziario e monetario del Fmi di Washington.
18 settembre 2007
Adesso parlo io
"Concorsi truccati e mestieri passati di padre in figlio: anche tra i cittadini tanti difetti. Gli italiani non sono meglio della classe politica che li rappresenta", ha detto il Professore: e ci vuole un coraggio da leoni, altro che Valium, a dire agli italiani pensate per voi, "guardate a come vi comportate nelle vostre vite".
Prodi era lì sotto un cartello rosso con scritto 'Adesso parlo io'. Difatti. "Non trovo che la società sia meglio" dei politici arraffoni e cialtroni, cambiacasacca e avidi, pavidi, mangia pane a ufo, mediocri. Ha detto così e ci vuole coraggio, appunto, a farlo adesso. Bene, sostiene Prodi: la politica è quella che è ma "io mi giro intorno e vedo concorsi truccati, figli che fanno lo stesso mestiere dei genitori ", non c'è bisogno di aver letto i giornali nelle ultime settimane per capire di che parla. Medici figli di medici e avvocati e notai e presentatori tv e giornalisti, certo, cantanti figli di cantanti e via con le corporazioni che si blindano e si proteggono truccando le carte come i bari alla bisca.
E poi ancora. "Sì, ho fatto il testimonial dello spot per la donazione di organi: ma vi rendete conto che l'Italia importa il 40 per cento del sangue necessario? E' colpa del governo, questa, o è responsabilità degli educatori, delle scuole?". Che gente è la gente che non dà il suo sangue a chi ne ha bisogno? Chi deve insegnare la generosità, il coraggio, l'onestà a questo popolo? Dove sono gli educatori, chiede il Professore. Lo aveva già fatto parlando di tasse: perché la Chiesa tace, nelle sue omelie, sull'evasione fiscale? E' successa la fine del mondo, lì, perché toccare la Chiesa e toccarla sui soldi non è proprio un'abitudine soprattutto se sei cresciuto in parrocchia.
 Secondo Bagnasco, "il Paese è un paese spaesato e sta attraversando una grave crisi morale, in cui sono diffusi comportamenti criminali che non trovano soluzione ed è illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento". C'è invece bisogno di "una ricentratura profonda dei singoli soggetti e degli organismi sociali, sul senso e sulla ragione dello stare insieme come comunità di destini e di intenti ". Tra i problemi, citato anche "il dramma recente e crescente degli incendi boschivi, provocati dall'uomo che in quest'ultima estate hanno messo in ginocchio intere zone del Paese".
La Chiesa non vuole in nessun modo proporre una sorta di Stato etico e tuttavia s'interroga sul fatto che esista o meno "una modalità, compatibile con la democrazia, grazie alla quale nutrire un ethos collettivo partecipato e ad un tempo capace di resistere e sopravanzare rispetto alla dissipazione dei costumi ".
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