Diario
12 dicembre 2009
Ex-voto
Roma, 12 dic. (Apcom) –
« Nel caso Silvio Berlusconi scegliesse di andare al voto anticipato, potrebbe trovarsi a sfidare un grande schieramento repubblicano in difesa della democrazia ».
Questa e' la proposta lanciata da Pier Ferdinando Casini a Pd e Idv.
10 dicembre 2009
L' ultima intervista a Paolo Borsellino
25 novembre 2009
Il ruolo delle Donne
C'è violenza e violenza. C'è quella fisica, che lascia segni visibili e dolorosi sulla pelle e c'è quella psicologica, che non lascia segni esteriori, ma non è per questo meno dolorosa, anzi può esserlo anche di piu', perchè lascia segni nell'anima, distrugge la persona all'interno, soffoca i sogni e i desideri. Spesso la vittima sceglie di subire in silenzio, per non turbare l'equilibrio della famiglia, che è, da sempre una specie di santuario dei valori e dell'onore.
La persona che subisce questo tipo di violenza, in genere la donna, cambia in maniera radicale il modo di percepire la propria esistenza, sembra che viva come sempre, ma in realtà muore dentro, giorno per giorno, non ha piu' stima di sè stessa, agisce per sopravvivere e non per vivere. Ci sono donne che appaiono serene agli occhi degli altri, poi, in casa, da sole, piangono lacrime amare; ci sono donne che soddisfano i desideri dei propri compagni di vita, senza provare nessuna gioia, senza desiderio, senza avere nulla in cambio, nè tenerezza nè affetto.
Ma continuano a farlo, perchè?
Link map: abusi|cade la maschera del clown|papi|action
14 ottobre 2009
Perchè senza di lui siamo perduti
Siamo un gruppo di fedeli che sostengono con passione la morale cattolica e la giustizia divina.
Il nostro paese stava scivolando in mano ai comunisti, ai musulmani ed agli eretici ed è stato salvato da un unico grande provvidenziale uomo: il presidente Silvio Berlusconi.
Il nostro comitato ha quindi deciso di appoggiare con forza la causa per la sua beatificazione. Nessuno negli ultimi 150 anni di unità nazionale lo merita quanto lui.
Come tutti sanno le forze del male sono sempre presenti.
Alla fine degli anni ’80 quando il maligno ha smesso di appoggiare e sostenere l’impero eretico dell’Unione Sovietica si è rivolto ad altri per i suoi oscuri disegni. I prescelti erano meno riconoscibili come assistenti delle forze del male ma rispondevano a nomi che gli italiani onesti hanno tristemente imparato a conoscere: Massimo D’Alema, Romano Prodi, Fassino, Bertinotti insieme alle Brigate Rosse a Osama Bin Laden ed alle sette legate alla pedofilia internazionale stavano cercando di prendere il potere in Italia e di costringere tutti ad una vita di miseria, di strupro morale e fisico, di violenza, fame e repressione.
In una parola volevano imporre agli italiani il comunismo.
Ma proprio quando il triste disegno del nemico di Dio si stava per realizzare è giunto un uomo capace di salvare noi tutti dalla fosca notte. Un uomo che, solo contro il male, ha saputo portare verità e giustizia, amore e fede nel nostro paese sull’orlo del baratro.
Silvio Berlusconi è stato il nostro salvatore e merita più di chiunque altro italiano negli ultimi secoli di storia una beatificazione ufficiale da parte della nostra Santa Madre Chiesa. Il nostro comitato nasce per questo e con questo sogno preghiamo e adoriamo il Signore auspicando che la Sua verità e la Sua luce raggiungano i vertici della nostra amata Chiesa.
Il presente Comitato è completamente autofinanziato. Non nasce per iniziativa del PDL, né del Presidente Silvio Berlusconi. Nasce per volontà sincera della società civile, italiana e cattolica.
In meno di due giorni il sito berlusconibeato.com ha avuto oltre 30mila visite e lui ha dovuto rispondere a centinaia di mail:
“C’era gente che mi ha scritto per dire che i conti correnti erano incompleti, che doveva esserci un errore e se potevo dar loro quelli giusti”. Insomma, apparentemente qualcuno pronto a metter mano al portafoglio. E poi svariate richieste di interviste. “L’idea mi è venuta” spiega Massimo Scialò, ideatore della burla “quando qualcuno, sul serio, aveva pensato di organizzare un comitato per candidarlo al Nobel. Quando si parla di quest’uomo non c’è limite alla credulità”.
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12 ottobre 2009
Attenti ai siluri del “New York Times”: sono lapidi

I giornalisti americani che lavorano nel grattacielo del “New York Times” costruito da Renzo Piano sulla 52esima strada, ieri pomeriggio si sono rotti la testa a decifrare le parole usate da Silvio Berlusconi a Benevento.
Il direttore Bill Keller e i suoi redattori non riuscivano a capire il senso della frase: “la stampa estera sputtana il Paese”, perché il verbo “sputtanare” è difficile da tradurre in inglese. Dopo molte discussioni si è capito nel giornale dell'area “liberal” che il Premier italiano accusava la testata di compromettere la “reputation” del Cavaliere dopo l'attacco di venerdì in cui il quotidiano americano ha dedicato un pesante editoriale sulla sentenza della Corte Costituzionale, che suonava come un preciso avvertimento.
E forse non è sbagliato pensare che nella valanga di critiche che la stampa estera sta rivolgendo da settimane al suo comportamento negli affari pubblici e privati, papi-Silvio abbia considerato quella del “New York Times” la freccia più avvelenata. D'altra parte il giornale che l'anno scorso ha tirato la volata ad Obama contro McCain, quando scende in campo pesa nell'establishment internazionale ben più dei tabloid inglesi della domenica che fanno titoloni sui pettegolezzi.
Per dirla con il titolo dell'ultimo libro di Antonio Tabucchi, “Il tempo invecchia in fretta”, ma bisogna fermarsi un attimo per ricordare ciò che avvenne il 3 gennaio 1993 sempre per mano del “New York Times”. Quel giorno il quotidiano sparò un attacco frontale al declino di Giulio Andreotti sostenendo che la sua reputazione era stata intaccata da quattro pentiti di mafia.
Chi ha vissuto quegli anni accanto al Divino Giulio potrebbe raccontare che cosa avvenne nell'ufficio di piazza in Lucina dove il presidente lavorava con la fedele signora Enea e il capo ufficio stampa Stefano Andreani. Dopo la lettura dell'articolo Andreotti diventò più terreo del solito e confidò agli amici [tra questi Paolo Cirino Pomicino] che il pezzo uscito sul “New York Times” era da considerare una lapide sulla sua carriera politica. Dieci giorni dopo partecipò al programma Mixer di Gianni Minoli e disse testualmente: «finché ci gestiamo in casa le nostre cattiverie posso tacere, ma quando vengono riportate su un giornale autorevole devo reagire».
Ed è quanto ha fatto ieri Berlusconi consapevole della forza del messaggio che anche questa volta parte dal “New York Times” e sembra riflettere il punto di vista dell'Amministrazione Obama a Washington. Non è un mistero che i rapporti di papi-Silvio con il governo del neo-premio Nobel siano improntati a una grande diffidenza.
E qui non è solo in ballo Michelle, la muscolosa moglie del presidente Usa, che al G20 di Pittsburg ha rifiutato l'abbraccio seducente del premier italiano, perché l'origine del “disincanto” di Barack Obama risale al 15 giugno scorso quando ricevette Berlusconi a Washington per un caffè e una chiacchierata dopo la quale venne annullata la conferenza stampa. Nemmeno la passeggiata tra le macerie dell'Aquila durante il G8 sembra aver rimesso qualcosa di più di una cordialità formale nel circuito dei rapporti diplomatici tra Washington e Roma.
La materia dell'attrito non è epidermica e a svelarne la natura è stato il nuovo ambasciatore americano in Italia David Thorne quando a metà settembre ha dichiarato la grande preoccupazione della politica americana per la dipendenza energetica dell'Italia e di tutta l'Europa, poi ha aggiunto che gli Stati Uniti sono contenti che Tripoli e Gheddafi abbandonino la strada del terrorismo.
Sono questi i temi caldi che si stanno esaminando al Dipartimento di Stato. In ballo c'è l'asse che Berlusconi ha creato con l'amico Putin per il gasdotto South Stream e la presenza sempre più massiccia dei capitali libici dentro le aziende italiane [l'ultima è Finmeccanica che pochi giorni fa ha portato a casa una commessa da 400 milioni di dollari preludio di una partecipazione azionaria che nemmeno l’A.D. Pierfrancesco Guarguaglini si è sentito di smentire].
A Palazzo Chigi nessuno tra i collaboratori del premier è in grado di tenere a bada la stampa estera, ma tutti hanno visto il missile del “New York Times” e l'ha visto anche il Cavaliere che non a caso ha usato l'intraducibile verbo “sputtanare”.
[ Fonte Dagospia, 12 10 2009 ]
7 ottobre 2009
Il Lodo di Lepanto
[ click | Il 7 ottobre 1571, che era di Domenica, Don Giovanni d'Austria fece schierare le proprie navi in formazione serrata, deciso a dar battaglia: non più di 150 metri separavano le galee. A Napoli fu elevata la colonna della vittoria nel posto esatto dove le navi cristiane approdarono, all'epilogo della vittoriosa battaglia. Papa Pio V nel 1572 istituirà la ”Festa di Santa Maria della Vittoria”, successivamente trasformata nella ”Festa del SS. Rosario”, per celebrare l'anniversario della storica vittoria ottenuta ”per intercessione della augusta Madre del Salvatore, Maria” ]

"La Corte Costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimita' costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n.9/09 del gip del Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimita' costituzionale dell'art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimita' costituzionale della stessa disposizione proposte dal gip del Tribunale di Roma".
Link map: lepanto|slodato
3 ottobre 2009
Shabbat shalom
Ditaubi, Associazione per il servizio di formazione all'impegno civile e politico ispirata all'opera di don Tonino Bello, aderisce alla manifestazione per la libertà d’informazione promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana che si svolgerà a Roma oggi 3 ottobre, in Piazza del Popolo, con inizio alle 15:30.
L'atteggiamento del premier Silvio Berlusconi, la sua arrogante e spregiudicata insofferenza nell'uso dei media - di cui dispone direttamente in quanto proprietario ed indirettamente in quanto capo del Governo, con pervasiva influenza sulla gestione della disinformazione ufficiale -, la concezione di un'informazione servile e che distorce a suo esclusivo beneficio la realtà narrata dalla televisione pubblica e privata, rende necessario un incondizionato appoggio a quella parte della stampa che non intenda genuflettersi al guinzaglio di un potere assoluto, ormai privo di alcun freno inibitorio ed allergico a qualunque forma di controllo: istituzionale o dalla libera informazione.
L'attacco sistematico alle pochissime trasmissioni giornalistiche che non recano l'impronta della propaganda senile del settantatreenne presidente del consiglio pro tempore, è oltremodo intollerabile. Non è richiesto condividerne ogni tesi ma, in democrazia, è proibito all'Esecutivo sottoporne i contenuti a pesantissime interferenze ed intimidazioni, all'unico scopo di addomesticarle, ponendole nella condizione di non disturbare il manovratore e non turbare le illusorie certezze dell'informazione prostituita, escort dell'unica propaganda politica tollerata. Pena la cancellazione dalla programmazione ed ogni altra forma di ostacolo alla libera azione nell'accertamento giornalistico di fonti e fatti.
Lo stesso uso improprio della parola “gossip” intende trasformare - annacquandole - vicende ed atteggiamenti ordinari del premier, accadute in casa propria e confermate da registrazioni non smentibili. Occultando notizie inoppugnabili per confondere l'opinione pubblica italiana, e distoglierla dal degrado personale in cui versa la vita del più opaco, visibile e potente uomo pubblico italiano. Difensore tra i più esposti del fondamento valoriale cattolico associato alla parola “famiglia”.
Mai tuttavia beneficiata di interventi od attenzioni paragonabili a quelli usualmente disposti a favore delle proprie aziende ed a difesa della propria posizione processuale, in relazione a vicende criminali mai chiarite e sempre ostacolate nel distorto uso delle leggi e dei provvedimenti, approvati nel corso dell'attività realmente e continuativamente promossa dai governi da lui presieduti.
Link map: shabbat|gossip|feltrusconismo|ditaubi
30 settembre 2009
Fama ineguagliabile
«Berlusconi sembra uno di quelli che ti dicono “fammi andare a letto con tua moglie”. E tu: “No! Vai via”. Allora si allontana e senti dal tavolo dietro “fammi andare a letto con tua moglie”. E di nuovo “No! Vai via!”. E così di tavolo in tavolo...».
Questo uno dei fulminanti sketch dedicati a papi dalla trasmissione satirica Mock the Week della BBC che sta circolando da qualche giorno su Internet, dopo la sua pubblicazione - sottotitolato in italiano - su YouTube. Nello show non c’è traccia di umorismo anglosassone: «I cittadini de L’Aquila, durante la visita di Berlusconi, hanno pensato che ci fosse stata un'altra scosa, ma era solo la testata del suo letto che urtava violentemente contro il muro». Il set è quello di una tavola rotonda tra comici dove ognuno spara la sua battute.
Ma la realtà supera sempre la fantasia, in tv è perfino perfino la “regola”: ed è così che il paese da sogno, aperto ed accogliente per tutti gli immigrati della sponda africana, favoleggiato al canale tunisino Ness Nessma, se possibile, fa impallidire ogni precedente, forse successiva esternazione di Berlusconi, il cavaliere del cialis e senza vergogna: un nuovo miracolo italiano!
Link map: papi-girls|privè|linea della fermezza
26 settembre 2009
Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!
[ click | ”Vittorio Mangano fu assunto nella tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato da Palermo fino in Brianza”. Così il Procuratore generale Antonino Gatto entra subito nel vivo della requisitoria del processo di secondo grado in cui il senatore Marcello dell'Utri - Pdl - è imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il parlamentare è stato condannato in primo grado a nove anni di carcere ]

Con Vittorio Mangano - nato a Palermo il 18 agosto 1940 e morto a Palermo il 23 luglio del 2000 - Marcello Dell'Utri è stato trascinato nell'arena siciliana, è stato processato, è stato condannato. Tutto per un “cavallo”. Un cavallo che - per i poliziotti - non era un vero cavallo: era una partita di droga. Il racconto è di Francesco Di Carlo, un boss della droga: «In un ufficio non molto distante dal centro di Milano ci accolse Dell'Utri. Dopo quindici minuti venne Silvio Berlusconi. A quella riunione eravamo presenti: io, Tanino Cinà [conosciuto da quando Dell'Utri era presidente della squadra di calcio della Bacigalupo, ndr], Mimmo Teresi, Stefano Bontate, Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi». Il boss ricorda anche come finì la riunione: «Berlusconi disse che “era a nostra disposizione per qualsiasi cosa”, e allora anche Bontate gli rispose nello stesso modo».
Se i padrini salgono a Milano, Marcello Dell'Utri torna a Palermo. È nel suo ambiente, “conosce”. Frequenta Pino Albanese della “famiglia” di Malaspina. E poi Giovanni Citarda detto “Gioia mia”. Tutti e due sono legatissimi a Stefano Bontate, il capo dei capi che ha voluto Vittorio Mangano ad Arcore. Spiegherà qualche anno dopo il pentito Salvatore Cancemi: «Il rapporto fra Mangano e Dell'Utri era strettissimo. Mangano in pratica usava Dell'Utri e gli poteva chiedere qualsiasi cosa: per esempio Mangano mi disse che nella tenuta nella disponibilità di Dell'Utri furono nascosti anche latitanti… i fratelli Grado».
Quando lo “stalliere” è morto, il senatore l'ha pianto: «E' morto per causa mia. Era ammalato di cancro, è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e Berlusconi. Se lo avesse fatto, l'avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato. È un eroe, a modo suo». Sulla sua lapide, i figli dello “stalliere” hanno fatto scrivere: “Hai dato un valore alla storia degli uomini non barattando la dignità per la libertà”.
Link map: dell'utreide|fattore mangano|nuove cronache|paolo borsellino|associazione mafiosa|peppino impastato|riccardo III|oltre 700 nomi di vittime di mafia
15 settembre 2009
Dal paese delle meraviglie
[ click | ”Mi citi una trasmissione Rai a favore del governo della mia maggioranza, da Report a Ballarò, Annozero, i programmi comici di Rai3 in seconda serata, sono tutte trasmissioni contro la mia parte politica e molto spesso contro di me”, ha detto il premier al palafreniere di porta a porta, Bruno Vespa, il giorno dell’editto di Onna e della cancellazione di tutta la controprogrammazione raiset : o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra, digitale ]

La casa di Biancaneve per tuta la vita - fornita dal presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, con tecnologia grossier assimilabile all'esperienza di casaclima -. Ad Onna. E, porta a porta, una casa di fiaba per tutti gli italiani, anche i cattivi nemici della verità, della pravda.

I nani non erano sullo sfondo. Non si scorge alcuna Aquila.
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