Obamerica
10 settembre 2009
Diritti, senza rovesci
«Ours is not the first generation to understand the dire need for health reform. And I am not the first president to take up this cause, but I am determined to be the last».
«La nostra non è la prima generazione a comprendere la necessità della riforma sanitaria. E io non sono il primo presidente ad assumere questo impegno, e tuttavia sono determinato ad essere l'ultimo».
President Barack Obama
Link map: plan|target|speech
P.s.: si suggerisce di seguire il discorso leggendo il testo integrale linkato
13 luglio 2009
Surgeon general
[ click | Il presidente americano Barack Obama ha scelto una donna, Regina Benjamin, come prossimo “Surgeon general", l'alto funzionario che negli Stati Uniti conduce le campagne di sensibilizzazione per la salute degli americani. Medico di famiglia in Alabama, la Benjamin è stata la prima donna afroamericana a guidare l'associazione di medici nel suo stato. Il suo nome è legato alla Bayou La Batre Rural Health Clinic, una clinica rurale che offre servizi medici gratuiti ai bisognosi, da lei fondata nello stato dell'Alabama nel 1990 e poi ricostruita dopo i danni dell'uragano Katrina. L'incarico di capo della Sanità Pubblica la metterà alla guida dello staff di 6.000 persone che hanno il compito di informare i cittadini americani sulle questioni relative alla salute. La Benjamin, prima afroamericana a ricoprire il ruolo di “Surgeon general", è attualmente presidente della Federazione dei medici pubblici degli Stati Uniti ]

Due donne, due posti chiave dell’assetto obamiano.
Regina Benjamin per le campagne pubbliche di riduzione dei gap all’accesso al diritto alle cure mediche. Sonia Sotomayor, primo giudice ispanico designato dalla Casa Bianca alla Corte Suprema. Due, in inglese, indica una direzione di marcia, un debito, qualcosa che si deve a qualcuno. Una forma d’impegno d’onore.
Link map: regina|sonia|supreme court nominee
4 giugno 2009
Obama al Cairo vs Osama, al-Qaeda
The State Department has been busy translating the President’s speech, click here to find links to translated transcripts, and later versions of the video with translated captions as they come in. Languages will include Arabic, Chinese, Dari, French, Hebrew, Hindi, Indonesian, Malay, Pashto, Persian, Punjabi, Russian, Turkish, and Urdu.
[ click | Non per l'elogio del Corano, non per l'infanzia di Obama sotto i minareti e neppure per l'affettuosa citazione del papà musulmano o del proprio nome completo, Barack Hussein Obama. Il segnale nitido viene dalle 6000 parole dell'appello: mai è citata «terrorism», la maledizione che dall'11 settembre 2001 strega America e Islam ]
 Link map: welcome to obama for america|presidet's speech|nowruz|death cheney '01|obamerica
30 aprile 2009
Obama's first 100 days: Change is happening
«We're off to e good start» [Politico.com]
21 marzo 2009
Prima-vera
«Obama è molto positivo per gli Stati Uniti, che hanno pagato un prezzo terribile agli anni di Bush e sono arrivati alla fine del suo secondo mandato con il morale e il tasso di popolarità nel mondo più bassi che mai. Obama ha l’enorme merito di portare con sé una carica di entusiasmo e idealismo. La vera novità non è il fatto che sia nero; è il fatto che sia un intellettuale. Genere mai amato negli States».
Mario Vargas Llosa
![Le anime dell'Iran di fronte ai piani d'attacco Usa [Amir Madani, marzo 2007]](/mediamanager/sys.user/17932/Rondine_inblue.jpg)
[ click | Questo è il testo del messaggio che il presidente Americano Barack Obama ha inviato al popolo iraniano per celebrare il Nowruz, la festa del Nuovo Anno secondo l'antico calendario persiano influenzato dai riti zoroastriani. Nowruz, che coincide con l'equinozio di primavera, non è una festa islamica, ed è sempre stato mal tollerato dalla dirigenza della Repubblica islamica dell'Iran ]
«Oggi voglio fare avere i miei migliori auguri a tutti coloro i quali celebrano il Nowruz in tutto il mondo. Questa festa è insieme un antico rituale e un momento di rinnovamento, ed io spero che voi possiate godere di questo momento particolare dell'anno con i vostri amici e familiari.
In particolare vorrei parlare direttamente al popolo e ai leader della Repubblica islamica dell'Iran. Nowruz è solo una parte della vostra grande e celebrate cultura. Durante molti secoli la vostra arte, la musica, la letteratura e l'innovazione hanno creato un mondo migliore e più bello. Qui negli Stati Uniti la nostra comunità è stata favorita dal contributo degli Iraniano-Americani: sappiamo che voi siete una grande civiltà, e i vostri risultati hanno guadagnato il rispetto degli Stati Uniti e del mondo.
Per quasi tre decenni le relazioni fra i nostri due paesi sono state tese, ma durante questa festa ci viene ricordato del comune destino che ci tiene legati insieme. Voi celebrerete il vostro Nuovo Anno nello stesso modo in cui noi americani ricordiamo le nostre feste, radunandosi in famiglia e con gli amici, scambiandosi doni e racconti, guardando al futuro con un rinnovato senso di speranza.
Queste celebrazioni custodiscono la promessa di un nuovo giorno, di nuove opportunità per i nostri figli, di sicurezza per le nostre famiglie, progresso per le nostre comunità e pace tra le nazioni. Sono speranze condivise, sono sogni comuni. Per questo in questa stagioni di nuovi inizi vorrei parlare chiaramente ai leader iraniani. Tra di noi esistono serie divergenze che si sono accresciute col tempo. La mia amministrazione si è impegnata a una diplomazia che risponda a tutte le questioni aperte tra di noi, per costruire legami costruttivi fra gli Stati Uniti, l'Iran e la comunità internazionale. Questo processo non andrà avanti fra minacce. Noi vogliamo invece un impegno che sia onesto e fondato sul rispetto reciproco.
Voi avete una scelta. Gli Stati Uniti vogliono che la Repubblica islamica dell'Iran assuma il suo giusto posto nella comunità delle nazioni. Voi avete quel diritto - ma questo comporta anche delle responsabilità, quel posto non può essere conquistato attraverso l'uso delle armi o del terrorismo: ma piuttosto con azioni pacifiche che dimostrino la vera grandezza del popolo e della civiltà iraniana. La misura di questa grandezza non è quella di distruggere, è la vostra consolidata capacità di costruire e di creare.
Per questo in occasione del Nuovo Anno, voglio che voi, il popolo e i leader dell'Iran, possiate guardare al futuro che noi vogliamo. E' un futuro di scambi rinnovati fra i nostri popoli, con maggiori opportunità di partnership e commercio. E' un futuro in cui le vecchie divisioni sono superate, in cui voi, I vostri vicini e in generale il mondo possiate vivere con maggiore sicurezza, in pace.
Io so che tutto questo non sarà raggiunto facilmente, ci sono coloro i quali insistono che le nostre relazioni continuino ad essere segnate dalle nostre differenze. Ma ricordiamoci delle parole che il poeta Saadi pronunciò tanti anni fa: “I figli di Adamo sono membri uno dell'altro, essendo stati creati in un'unica essenza”.
Con l'arrivo di una nuova stagione ci viene ricordata la preziosa umanità che noi tutti condividiamo. E noi ancora una volta invochiamo questo spirito mentre facciamo la promessa di un nuovo inizio.
Grazie. “Eid-eh Shoma Mobarak” [auguri per la vostra festa]».
Barack Hussein Obama
Link map: welcome to obama for america|death cheney '07|security cabinet|fareed zakaria|obamerica
27 febbraio 2009
Blueprint for our future
Il paradosso cui assistiamo in queste settimane non risiede nel fatto che Obama faccia l’Obama [cioè radicalizzi quanto anticipato ampiamente, prima nella corsa alla nomination democratica, poi nella campagna presidenziale]. Quello che sconcerta è il livore con cui i grandi sacerdoti del turbocapitalismo - mantenuto artificialmente in condizioni di nuocere gravemente, a tutti, per tutti gli 8 anni del non eletto presidente George W. Bush - si scaglino violentemente contro le politiche annunciate dal Presidente eletto.
Il cui obiettivo è titanico: porre riparo al più gigantesco deficit spending nella storia dell’economia moderna, alimentato dall’irresponsabilità di un sistema fuori controllo e dal furore ideologico dei citati iperliberisti smidollati. Tanto irresponsabile e tanto mostruoso da divorare in meno di un semestre il più gigantesco salvagente pubblico dalla crisi del ’29.
Orbene tali analisti imputano al neo-presidente USA esattamente quanto dovrebbero attribuire a sé stessi: l’esplosione del deficit federale oltre il 12% del PIL USA: 4 volte i parametri di Maastricht. Che Obama vorrebbe comprimere al 6% entro il 2013. Sempre che il Senato con minoranza di blocco repubblicana non si metta di traverso.
L’assioma in fondo è semplice: fronteggiare la crisi significa bruciare i tempi, cambiare agenda e – contemporaneamente - pompare liquidità nel sistema lasciato a secco dall’avidità miope e criminale di élites che avevano rinunciato ad un’etica purchessia. Di fatto progioniere di uno schema rovesciato: all’opacità di uno Stato in guerra permanente, a difesa di un assetto geopolitico tutto condizionato dagli interessi petroliferi, si sommava l’opacità del sistema finanziario privato, libero da vincoli normativi e controlli penetranti.
Complici e complicati da insormontabili conflitti d’interesse. Le società di rating remunerate fior di quattrini dalle holding su cui avrebbero dovuto vigilare, quali controllori indipendenti dell’investimento promosso, ad esempio, dagli operatori istituzionali dai fondi sovrani, dai venture capitalist e dai risparmiatori faidatè: strapagate per non vedere, hanno formulato per anni valutazioni fantasiose ed inattendibili. D’altra parte un mercato finanziario aperto e privo di regole è assolutamente difficile da interpretare e contenere entro indici pur sofisticati.
Fatto sta i sacerdoti del defunto iperliberismo a trazione petrolifera dovrebbero avere il buon gusto di tacere almeno per i prossimi 15 anni. Il tempo di maturazione di un’economia che abbandoni i parametri meramente quantitativi per avvicinarci ad assetti sostenibili tanto sul piano ambientale che su quello più squisitamente patrimoniale.
Link map: welcome to obama for america|george w. era|deficit
3 febbraio 2009
Mercy
[ click | Visita a sorpresa del presidente Barack Obama e della moglie Michelle in una scuola pubblica di Washington, la Charter School. La coppia presidenziale ha stretto la mano a tutti i ragazzi presenti in classe. Gli Obama hanno spiegato di trovarsi lì perché erano ”stufi di stare alla Casa Bianca” e hanno poi parlato dell'importanza dell'istruzione ]

2 febbraio 2009
Breakthrough | sequel
Panorami democratici, di Mattia Diletti «America 2009», 30 gennaio 2009
Andiamo con ordine: lettera all'Iran, parità uomo-donna nei salari, attacco ai “vergognosi” bonus dei banchieri di Wall street. Ma dove siamo? E quando finirà?
«Gli americani sanno che c'è bisogno di uscire dal baratro nel quale siamo, ma non se ci sono altri che stanno rendendo il baratro più profondo»: se volete i soldi pubblici tagliatevi gli stipendi. Obama ha invitato i reporters per mandare un messaggio durissimo contro i banchieri. Populismo? Certo, ma anche pressione su Wall street all'inizio del processo di revisione e creazione di regole per la finanza - di questo si comincia a parlare mentre è chiaro che serviranno altri soldi pubblici.
Novità clamorose non se ne avranno prima del G20 di aprile a Londra. Comunque sia, ecco il video delle dichiarazioni su Wall street. Ed ecco l'articolo del New York Times sul Lilly Ledbetter Act, la legge che vieta le discriminazioni salariali di tutti e ciascuno. E per chi non se ne fosse accorto: ecco il Washington post sul Senato che ha approvato l'espansione della copertura sanitaria per i bambini [anche immigrati legali].
Il problema è che l'economia peggiora e che se il pacchetto non avrà almeno un po' di successo, i repubblicani cominceranno a strepitare di brutto. Per adesso prendono calci sui denti da molti commentatori, mentre Rush Limbaugh, il re del talk radio conservatore, viene preso di mira da uno spot radiofonico assieme al Grand Old Party, per la scelta di aver votato tutti No al pacchetto di stimolo economico [sul quale pure c'è un gran dibattito: serve, non serve, non è abbastanza]. La verità è che la crisi è talmente dura che nessuno è in grado di dire come andrà a finire. Così almeno spiega il corrispondente da Davos del Times di Londra.
Sul voto senza repubblicani, il ritorno dello Stato in economia, la fine delle libertà economiche si è aperto un gran dibattito. Preoccupazioni e speranze, anatemi e gioia incontenibile. Ci sarà tempo per parlarne.
Link map: diletti post|huffington post|nyt|wp|the politico|topics|gore|prequel
20 gennaio 2009
Barack Hussein Obama became the 44th president of the United States
«Le parole sono una forma di azione in grado di influire sul comportamento», secondo la teoria sistemica della comunicazione elaborata a Palo Alto.
[ La Scuola di Palo Alto è una corrente di studi psicoterapeutici statunitense che trae il suo nome dalla località californiana ove sorge il Mental Research Institute, centro di ricerca e terapia psicologica fondato da Don D. Jackson negli anni cinquanta del Novecento, a sua volta largamente ispirata dalla Terapia della Gestalt di Fritz Perls ]
Link map: bho speech|palo alto|the politico|gestalt theorie
|