punto.doc
10 dicembre 2009
L' ultima intervista a Paolo Borsellino
21 luglio 2009
Lunar Excursion Module
[ click | E' domenica 20 luglio 1969, sono circa le 19.30. Nello Studio 3 della Rai di via Teulada Andrea Barbato guida un team di giornalisti tra cui Tito Stagno e Ruggero Orlando, collegato da Houston. Sul programma Nazionale Rai inizia una diretta di oltre 25 ore che tiene incollati ai teleschermi più di 20 milioni d'italiani per seguire l'impresa della missione spaziale Apollo 11.
Alle ore 4:57 - ora italiana - del 21 luglio l'astronauta americano Neil Armstrong scende dal modulo lunare e mette piede sulla Luna. E' la prima volta per l'uomo, lui è quel fortunato che in diretta televisiva mondiale esclama: ''E' un piccolo passo per me, ma un grande balzo per l'umanità''. Un passo che sposta in avanti le lancette della scienza e della storia e segna il trionfo del Programma Apollo, voluto dal Presidente John F. Kennedy per portare l'uomo sulla Luna e consegnare agli Stati Uniti d'America il primato nello spazio ]
Link map: sconfini|apollo 11|lem
11 marzo 2009
Rifondazione
370.561
gli italiani senza lavoro nei primi 2 mesi dell'anno.
Link map: crisi|a new era of responsibility|financial times
1 marzo 2009
A New Era of Responsibility
The President’s 2010 Budget Proposal
on Scribd Link map: organizing for america
1 febbraio 2009
Breakthrough | prequel
Panorami democratici, di Gore Vidal «The Nation», 8-15 gennaio 2001
Durante questa lentissima farsa c' è stato un momento della verità che ha calamitato l'attenzione e che rimarrà con noi molto dopo che George W. Bush si sarà unito nel dimenticatoio alla sempre più lunga sfilza di presidenti del crepuscolo.
Il mercoledì prima del giovedì in cui abbiamo ringraziato per essere la nazione che Agnew un tempo salutò come la più grande, la commissione di controllo della Dade County stava di nuovo contando le schede, per ordine della Corte Suprema della Florida, quando una folla organizzata si precipitò nel palazzo della contea intimidendo chi svolgeva il lavoro e rifiutando di fornire il proprio nome. Il «Miami Herald», un giornale rispettabile, dopo aver esaminato vari trend di voto ecc., ha concluso che Gore aveva ottenuto la Florida per ventitremila voti. L'«Herald» vuole esaminare quelle schede che hanno molto viaggiato sotto la legge "allegra" della Florida: penso che le schede e i pezzetti di carta perforati dalle macchine mancheranno all'appello. Il Giorno del Ringraziamento passò, le schede girarono su e giù per le strade della Florida, Gore venne accusato di cercare di rubare un' elezione che aveva vinto.
Cosa porteranno i prossimi quattro anni? Se abbiamo fortuna, un blocco totale. Le due camere sono divise esattamente a metà. L'avventurismo del presidente sarà al minimo. Se abbiamo sfortuna [e avventure] sarà il cancelliere Cheney a governare. L'ex Segretario alla Difesa ha detto che il Pentagono riceve troppo poco denaro, anche se lo scorso anno ha avuto il 51 per cento del bilancio discrezionale.
C'è da aspettarsi una piccola guerra o due perché i militari possano continuare a ottenere i loro finanziamenti; ci sarà anche un alleggerimento fiscale per i più ricchi. Ma che il quadro sia buono o cattivo, vedremo molto poco l'affascinante e scimmiesco George W. Bush. Saranno i militari - Cheney, Powell ed altri - a dirigere l'orchestra, e l'intera nazione sarà continuamente in stato di allarme, perche James Baker ci ha già avvertito, il Terrorismo è ovunque in marcia. Non si sta mai troppo in guardia.
Benvenuti ad Asuncion! Peccato non avere le banane.

Panorami democratici, di Barack Hussein Obama «Denver speech to Nomination», 28 agosto 2008
Attraversiamo un momento difficile, un momento in cui il Paese è in guerra, l’economia è in crisi e il sogno americano è stato ancora una volta minacciato. Oggi molti americani sono disoccupati e moltissimi sono costretti a lavorare di più per un salario inferiore. Molti di voi hanno perso la casa. Questi problemi non possono essere tutti imputati al governo. Ma la mancata risposta è il prodotto di una politica fallimentare e delle pessime scelte di George W. Bush. L’America è migliore della nazione che abbiamo visto negli ultimi otto anni. Il nostro Paese è più generoso di quello in cui un uomo in Indiana deve imballare i macchinari con i quali lavora da venti anni e vedere che vengono spediti in Cina e poi con le lacrime agli occhi deve tornare a casa e spiegare alla famiglia cosa è successo. Abbiamo più cuore di un governo che abbandona i reduci per le strade, condanna le famiglie alla povertà e assiste inerme alla devastazione di una grande città americana a causa di un nubifragio. Stasera agli americani, ai democratici, ai repubblicani, agli indipendenti di ogni parte del Paese dico una cosa sola: basta!
Abbiamo l’occasione di rilanciare nel ventunesimo secolo il sogno americano. Siamo qui stasera perché amiamo il nostro Paese e non vogliamo che i prossimi quattro anni siano come gli otto che abbiamo alle spalle.
Il governo deve lavorare per noi, non contro di noi. Deve garantire le opportunità non solo ai più ricchi e influenti, ma a tutti gli americani che hanno voglia di lavorare. Sono queste le promesse che dobbiamo mantenere. È questo il cambiamento di cui abbiamo bisogno.
E per l’economia, per la sicurezza e per il futuro del pianeta prendo un impegno preciso: entro dieci anni sarà finita la nostra dipendenza dal petrolio del Medio Oriente. Da presidente sfrutterò le nostre riserve di gas naturale, investirò nel carbone pulito e nel nucleare sicuro. Inoltre investirò 150 miliardi di dollari in dieci anni sulle fonti energetiche rinnovabili: energia eolica, energia solare, biocombustibili.
L’America deve pensare in grande. È giunto il momento di tenere fede all’obbligo morale di garantire una istruzione adeguata a tutti i bambini.
I valori dell’America, tuttavia, vanno realizzati non solo in patria, ma anche all’estero. John McCain dubita delle mie capacità di fare il comandante in capo. Mi ha sfidato a sostenere un dibattito televisivo su questo tema. Non mi tirerò indietro. Dopo l’11 settembre mi sono opposto alla guerra in Iraq perché ritenevo che ci avrebbe distratto dalle vere minacce.
L’Iraq ha un avanzo di bilancio di 79 miliardi di dollari mentre noi sprofondiamo nel deficit. Abbiamo bisogno di un presidente capace di affrontare le minacce del futuro e non aggrappato alle idee del passato. Non si smantella una rete terroristica che opera in 80 Paesi occupando l’Iraq. Non si protegge Israele e non si dissuade l’Iran facendo i duri a parole a Washington. Non si può fingere di stare dalla parte della Georgia dopo aver logorato i rapporti con i nostri alleati storici.
Metterò fine alla guerra in Iraq in maniera responsabile e combatterò contro Al Qaeda e i talebani in Afghanistan. Rimetterò in piedi l’esercito. Ma farò nuovamente ricorso alla diplomazia per impedire all’Iran di dotarsi di armi nucleari e per contenere l’aggressività russa. Creerò nuove alleanze per vincere le sfide del ventunesimo secolo: terrorismo e proliferazione nucleare; povertà e genocidio; cambiamento climatico e malattie. E ripristinerò la nostra reputazione morale perché l’America torni ad essere per tutti il faro della speranza, della libertà, della pace e di un futuro migliore.
È questo il mio programma.
30 dicembre 2008
595,24
> 400.000
Poco più di 595 contatti giornalieri in media, dal 15 luglio ad oggi. Nonostante la discontinuità di scrittura da settembre in poi. Ed il tempo ridotto a disposizione per ricambiare visite e commenti.
Cosa sia l’audience nel web è assai difficile da definire: colpiti dall’attenzione ai contenuti? Dai temi sollevati? Pura abitudine? Non saprei rispondere. Coltivare un blog è certamente impegnativo. Faticoso talvolta. Rimanendo una porta spalancata sul mondo che altri non raccontano. Meno che mai i media ufficiali.
Anche questo è change, qualcosa di nuovo che si affaccia sulla scena pubblica, parlando alla pancia ed al cuore, in parole, immagini e suono. Senza pretendere l’ultima parola, ma alimentando il flusso dei destini comuni. Senz’alcuna proprietà salvifica, con tutti i limiti della vanità. Rimanendo uno specchio abbastanza autentico di quanto accade nella vita reale di persone reali.
Link map: social media lab|pudori|change, we can believe in
6 dicembre 2008
Outfoxed | GWB
«Il mio più grande rimpianto? Le informazioni sbagliate sulle armi di distruzione in Iraq». Il presidente che per 7 anni ha difeso a spada tratta le guerre contro il terrorismo in tutto il mondo si è lasciato andare ad un vero e proprio mea culpa rimpiangendo di aver ascoltato le persone sbagliate.
Bush ha ammesso inoltre che la guerra in Iraq è andata oltre le sue aspettative.
«Molte persone hanno messo la propria reputazione in gioco dicendo che le armi di distruzione di massa erano una ragione per destituire Saddam», ha detto Bush nell’intervista andata in onda sulle televisioni americane. «Non erano le persone giuste nella mia amministrazione, vorrei che i servizi segreti a cui guardavano molti membri del Congresso prima del mio arrivo a Washington, fossero stati diversi».
Che si riferisca al suo VP Death Cheney?
Link map: smoking gun|putting lipstick on a pig|bush=arbusto|shock and awe
5 novembre 2008
The Politico
5 novembre 2008
Maverick
23 ottobre 2008
D'istruzione pubblica
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